Aprire un bar è indubbiamente una buona idea. Lo conferma il successo di questa attività, tra le più diffuse in Italia secondo diverse tipologie: bar pasticceria, caffetteria, bar gelateria, bar ristorante, sushi bar e molte altre ancora.

Ma cosa serve per avviare la procedura di apertura, a livello non solo tecnico, ovvero per quanto riguarda le attrezzature, ma anche burocratico? Ne parliamo in questo approfondimento, precisando che i costi dell’investimento sono diversi caso per caso e in quanto tali difficilmente quantificabili alla radice in maniera precisa.

Aprire un bar: i requisiti indispensabili

A livello burocratico, la procedura per aprire un bar comporta una serie di requisiti fondamentali, a cominciare dalla necessità di trovare un locale che presenti una destinazione d’uso di tipo commerciale. Ciò vale sia nel caso di un affitto che di un acquisto.

È inoltre consigliabile valutare la posizione della struttura, che risulti di passaggio e facilmente raggiungibile, nonché in prossimità di punti nevralgici come centro storico, uffici, monumenti, attrazioni naturalistiche, per fare degli esempi.

La seconda cosa indispensabile è avere una partita IVA. La procedura di apertura si può fare in autonomia, inviando la richiesta per via telematica all’Agenzia delle Entrate. Siccome tende a rivelarsi piuttosto complessa, se non si ha una preparazione specifica è consigliabile rivolgersi a un commercialista.

Questo perché è necessario individuare elementi quali il codice ATECO pertinente, il regime fiscale da adottare e via dicendo. Il codice ATECO, pertanto, è differente se il bar è dotato di cucina oppure no. Le altre procedure che da programmare sono le seguenti:

  • Iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio.
  • Iscrizione all’INPS. 
  • Presentazione della SCIA presso il Comune di riferimento.
  • Segnalazione Certificata di Inizio Attività al Comune di riferimento.

L’invio di queste pratiche comporta anche di dotarsi di una PEC. Sempre a livello burocratico, per aprire un bar è necessario essere in possesso di alcune certificazioni specifiche, ovvero:

  • Attestato che dimostri la frequenza di un corso HACCP.
  • Attestato che dimostri la frequenza del corso SAB e di quello antincendio.
  • Certificazione che il locale sia a uso commerciale e a norma.
  • Documento inerente la valutazione dei rischi.

Gli altri aspetti da considerare per aprire un bar

L’apertura di un bar può essere predisposta secondo diverse formule societarie: ditta individuale o società di persone. Le opzioni sono diverse e ognuna presenta elementi a favore come a sfavore, onde per cui, meglio fare una valutazione affidandosi a un commercialista e nel dubbio a un avvocato.

Altri obblighi imprescindibili per poter aprire un bar sono l’aver conseguito la maggiore età e aver terminato la scuola dell’obbligo: un percorso che arriva fino ad almeno il terzo anno di scuola superiore.

Va benissimo sia un diploma di scuola superiore, perfetto quello presso un istituto alberghiero, così come un corso professionale a indirizzo commerciale. 

Quando si presenta la comunicazione di inizio attività è indispensabile allegare i documenti relativi all’identità del titolare, i dati dell’impresa, gli orari di apertura/chiusura, l’agibilità del locale.

Inoltre, occorre fare richiesta al Comune per l’esposizione dell’insegna, qualcosa che può incontrare dei limiti per gli edifici inseriti nel registro dei Beni Culturali.

Infine, prima di aprire un bar è necessario sporgere regolare richiesta per l’autorizzazione alla vendita al minuto di superalcolici presso l’Agenzia delle Entrate.

Conclusioni

I requisiti per aprire un bar sono diversi e interessano tanto le procedure di avviamento a livello fiscale quanto la regolarità di attrezzature e personale. La disposizione dell’arredamento bar si rivela tutt’altro che secondaria, dal momento che deve risultare in linea con gli standard igienico-sanitari, rispondendo al contem po a dei parametri commerciali. È quindi molto più di una valutazione “accessoria”.

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